"[...] of greater importance than instrumental choice is the sound. And that's where Basilio Timpanaro and Rossella Policardo excel. [...] performances that are full of Mozartean energy and good spirits.

 

Basilio Timpanaro e Rossella Policardo sono gli interpreti geniali di queste delicate composizioni giovanili [...]

 

Performed on harpsichord, all this music is lucid and rhythmically exciting. (...) Their tempos are mostly quick, and articulations crisply precise. (...)                 Best of Year 2016

 

"Basilio Timpanaro e Rossella Policardo suonano [..] volgendo in pienezza di timbri i momenti di maggiore densità[...] e in arioso cantabile le parti più rarefatte.

 

" [...] Basilio Timpanaro e Rossella Policardo ne esplorano l'inesausta ricchezza: i dialoghi serrati tra immaginari strumenti contrapposti, il cesello polifonico, l'allure impettita e ambiziosa, i colori vividi.

Un ascolto che subito si pone come riferimento.

 

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Wolfgang Amadeus Mozart

Music for Harpsichord Four Hands

 

 

 

 

 

 

 

Tracklist 

         Sonata in Re M, KV 381 

                        Allegro                                                            5’20

                        Andante                                                          7’55

                  Allegro molto                                                  4’16

 

        Andante con Variazioni, in Sol M  KV 501          9’04

 

         Sonata in Do M, KV 19d

                        [Allegro]                                                          6’17

                        Menuetto                                                        3’20

                        Rondeau, Allegretto                                       5’33

 

        Fantasia in fa m KV608  (Ein Stück für ein Orgelwerk in einer Uhr)  10’29

                       Allegro - Andante - Tempo primo             

 

       Sonata in Si b  M, KV 358 

                        Allegro                                                            5’12

                        Adagio                                                            7’35

                        Molto presto                                                    4’08

 

CD  demo

 Estratto dal libretto del CD:

 

Le prime edizioni delle sonate di Mozart, comprese quelle per violino e pianoforte, portano spesso l’indicazione, in lingua francese, Sonates pour le Clavecin ou Forte-piano. Ciò sarà usuale ancora all’inizio del secolo successivo, spesso però solo per ovvie ragioni di mercato (accadrà perfino con l’op. 13 di Beethoven); ma indicativo dell’intercambiabilità tra cembalo e fortepiano è d’altra parte l’uso, frequentissimo all’epoca, del termine Klavier, che indica una generica destinazione per strumento a tastiera. Se, a prescindere dal titolo, il carattere “pianistico” della produzione mozartiana appare comunque chiaro, da un certo punto in poi, dal tipo di scrittura e di indicazioni dinamiche, sicuramente invece per una buona parte delle composizioni tastieristiche del primo periodo l’esecuzione al clavicembalo non solo è perfettamente pertinente e filologica ma anche e soprattutto di sicuro effetto musicale. E ciò è particolarmente vero proprio per le sonate a quattro mani; non tanto perché le edizioni originali di queste sonate recano tutte la doppia indicazione (Clavecin ou Forte-piano), e addirittura opere mature come la KV521 o la KV501 presentano sul manoscritto solo l’indicazione Cembalo primo e Cembalo secondo, ma soprattutto per le loro intrinseche caratteristiche musicali.

Innanzitutto il clavicembalo, con la sua chiarezza di attacco e di timbro, permette di valorizzare quelle sottigliezze di articolazione sonora che sono una caratteristica centrale dello stile mozartiano. Ne risulta anche una resa più trasparente sia delle tessiture polifoniche (così come accade per il repertorio barocco) sia di quei passaggi in cui l’insieme delle molte parti, anche accordali, tipiche del repertorio a quattro mani, rischia nello strumento a corde percosse (e specialmente sul moderno pianoforte!) di provocare un effetto sonoro più confuso e pesante che nello strumento “da penna”, ossia a corde pizzicate.

Inoltre questo repertorio, che mira a ricreare sonorità più “sinfoniche” rispetto alla più intima sonata solistica (si veda, per esempio, la frequente presenza di passaggi all’unisono, tipici della scrittura orchestrale, e soprattutto la dialettica solo-tutti), trova una perfetta  realizzazione  nella differenziazione di piani sonori e timbrici possibile grazie alle due tastiere del clavicembalo; queste permettono anche di enfatizzare l’aspetto “dialogico” della scrittura, in cui un motivo enunciato da uno degli esecutori viene spesso imitato, in altro registro e con sonorità diversa, dall’altro esecutore.

Una delle più famose e importanti opere dell’iconografia mozartiana (il famoso ritratto di J. N. della Croce, qui riprodotto in copertina, databile 1780-81 e conservato al Mozarteum) presenta la famiglia Mozart al completo (compreso, alla parete, il ritratto della mamma morta), col padre Leopold, famoso violinista, appoggiato sullo strumento a tastiera, sul quale Wolfgang suona a 4 mani insieme alla sorella Nannerl; la posizione su due livelli delle mani dei due esecutori fa chiaramente pensare ad uno strumento a due tastiere e quindi ad un clavicembalo.

 

[...]

 

La musica di Mozart appartiene ancora a quel tipo di musica per la quale un’esecuzione basata su una chiara e intelligibile “pronunzia” è indispensabile alla sua comprensione e al suo godimento. L’esecuzione musicale veniva spesso paragonata, in epoca barocca, al discorso di un oratore; e come quello doveva essere “chiara e distinta”, per poter trasmettere efficacemente all’uditorio tutti gli effetti retorici e quindi quella “rappresentazione”, e conseguente “mozione”, degli affetti a cui essa mirava.

Certamente, suonando su strumenti antichi, l'uso di un'adeguata articolazione, che metta in rilievo gli accenti metrici e quelli espressivi, è indispensabile per sopperire alla limitata possibilità di variazione dinamica degli stessi; ma è anche vero che, comunque, l’estetica barocca privilegia il particolare, la cesellatura dei dettagli, la raffinatezza delle decorazioni. A differenza di quella romantica (che invece privilegerà un approccio “globale”, con attenzione alla grande linea e forma, al fraseggio e alla dinamica su larga scala, con il gusto per una sonorità diffusa, amalgamata, dunque con minima articolazione e molto legato tra i singoli suoni) essa acquista vita, forma e bellezza dalla fine articolazione e dalle sottili sfumature dinamiche; necessita, insomma, del pennello fine piuttosto che delle grandi e larghe pennellate di colore.

[...]

Basilio Timpanaro

 

 versione inglese